Il libro racconta il sogno di tre giovani alpinisti americani (e uno svizzero aggregatosi all’ultimo momento) che, nel 1962, decidono di tentare la conquista dell’Everest da Nord, entrando di nascosto nel Tibet controllato dai cinesi. L’autore e capo-spedizione Woodrow W. Sayre fu nipote del presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson, pilota dell’aviazione americana durante la seconda guerra mondiale, professore universitario e alpinista. L’impresa, compiuta in piena guerra fredda, rischiò anche di causare un incidente diplomatico tra Stati Uniti e Cina ma la storia, raccontata con ironia e understatement, racconta una vera novità per l’epoca: una spedizione leggera e autosufficiente che si avventura in completa autonomia verso una cima himalayana, senza ossigeno, senza portatori, senza installare campi fissi. È il viaggio di quattro giovani entusiasti e ribelli che partono da Kathmandu, attraversano il Nepal, entrano in Tibet dal passo di Nup La (5915) e, dopo un percorso di 200 km a piedi, raggiungono la quota di 7600 metri sulla cresta oltre il Colle Nord dell’Everest. Dopo aver attraversato ghiacciai sconosciuti, superato problemi di orientamento, difficoltà alpinistiche, peripezie e incidenti il cui esito avrebbe potuto essere fatale, con il monsone in arrivo e ormai a corto di viveri, esausti, deperiti e malconci, riescono a rientrare in Nepal al Campo Base sul ghiacciaio Ngo Jumbo dove, però, li attende una brutta sorpresa…Un attacco alla montagna da Ngo Jumbo, distante 40 km in linea d’aria dalla Parete Nord dell’Everest, fu considerato dagli alpinisti del tempo impossibile. Questo libro racconta quell’impossibile.
Guerra Fredda sull’Everest
Un libro che divenne negli USA un manifesto dell’anticonformismo negli anni 60, la storia di tre giovani alpinisti americani e uno svizzero aggregatosi all’ultimo momento con il sogno di tentare la conquista dell’Everest da Nord, entrando di nascosto nel Tibet. L’impresa, compiuta in piena guerra fredda, rischiò anche di causare un incidente diplomatico tra Stati Uniti e Cina ma la storia, raccontata con ironia e understatement, racconta una vera novità per l’epoca: una spedizione leggera e autosufficiente che si avventura in completa autonomia verso una cima himalayana, senza ossigeno, senza portatori, senza installare campi fissi.
€ 14,50
Dimensioni | 18 × 11 × 2 cm |
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Tipologia prodotto | Libro |
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Dicono di noi
«Ma se il viaggio di Sayre e compagni non fu accolto con gli onori che pure avrebbe meritato, il suo libro ("Four against Everest" era il titolo originale) divenne presto una sorta di manifesto dell’avventura e dell’anti autoritarismo, molto popolare tra le frange di giovani che davano segni di insofferenza e ribellioni nei confronti dell’autorità costituita. E in effetti il libro ha molti pregi: Sayre non cede un millimetro alla retorica, regalandoci finalmente un récit fresco, a tratti genuinamente sorprendente e non privo di ironia: "Se i comunisti cinesi mi avessero preso," dice a un certo punto Sayre "avrei detto di essere il nipote di Khrushchev"» Planetmountain
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